2000 - L'Albisola che vorrei - Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

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2000 - L'Albisola che vorrei

IL TORNIO notiziario culturale della ceramica
il Tornio Notiziaruio Culturale della Ceramica

Pubblichiamo l'intervista che Federico Marzinot ha fatto a Tullio Mazzotti e che verrà pubblicata su il catalogo edizione 2000 de "Un Giardino Museo per la ceramica di Albisola", edizione 2000, Fabbrica Casa Museo GIUSEPPE MAZZOTTI  1903 ALBISOLA.


"Che albisola vorrei? ti rispondo da albisolese, da ceramista e da operatore culturale"
risponde Tullio Mazzotti.
"Da albisolese vorrei che la cultura fosse percepita come fattore di promozione della città.
Sento l’esigenza di creare strutture culturali di cui oggi il paese è carente; in particolare vedo Villa Jorn, sulla collina dei bruciati, come il luogo dove si pensa e si instaurano rapporti culturali con altri centri sia in Italia e in Europa, il Museo d’Arte Contemporanea come sede espositiva, con tutto quello che una struttura di quel tipo necessita, ovvero un ufficio cultura attivo e funzionate e una sala conferenze.
Credo inoltre sia necessaria la creazione di un percorso museale all’interno del paese per valorizzare le fabbriche di ceramica, le gallerie d’arte, i circoli culturali ma soprattutto le tante cose e opere che oggi sono incastonate nel tessuto urbano senza che il turista ne possa godere"
E come ceramista che albisola vorresti ?

"Prima di risponderti, lasciami ricordare che nelle fabbriche ceramiche di Albisola c’è una capacità tecnica a 360 gradi, una potenzialità forse unica nella ceramica artigianale italiana: sicchè ad Albisola l’artista può esprimersi con più libertà, con più personalità.
Qui ci sono più lettere dell’alfabeto ceramico che altrove.
Allora vorrei che noi ceramisti sapessimo esprimere più compiutamente le potenzialità nostre e dell’ambiente che da secoli ci vede presenti."
In concreto ?

"Vorrei un Associazione Ceramisti maggiormente rappresentativa a cui aderiscano tutti i produttori (penso ai Soravia, ai Poggi, ai Viglietti, a mio cugino Giovanni, alla Fenice che oggi non fanno parte dell'associazione).
Credo a un associazione capace di dare vita all’acquisto in cooperativa di materie prime, con un notevole risparmio sui costi per ogni singola azienda, vorrei un catalogo coordinato fra le aziende e, sempre con un investimento comune, l’affidamento del nostro prodotto a un capace rappresentante.
Ritengo indispensabile uno studio di mercato, con ricorrenti aggiornamenti, per proporre al cliente quello che chiede, sostenere il prodotto sul mercato, e, dove necessario, individuare i futuri orientamenti della domanda per offrire un prodotto in linea con il mercato, insomma fare del marketing"
Ma questo approccio tutto aziendale ed in linea con i tempi e’ coerente con le strutture artigianali di gran parte delle fabbriche ceramiche di albisola?

"Oggi in Albisola c’è ancora chi ritiene sia sufficiente aprire il negozio per vendere, ma non può più essere cosi.
Certo la singola azienda avrebbe difficoltà a realizzare quello che ti dicevo prima, ma attraverso un unione di aziende si potrebbe operare in questa direzione.
Un organismo che comprendesse tutti i 30 produttori diventerebbe un interlocutore autorevole per le Amministrazione Pubbliche, la Camera di Commercio, i fornitori e il mercato."
Siete preparati per questo?

"Purtroppo alcune situazioni "storiche" e "consolidate" rendono difficile la realizzazione di un associazione più forte e di più alto livello, ma credo che piano piano si arriverà a capire che essa non può essere solo strumento per l’organizzazione di mostre e l’esigenza di contenere i costi del prodotto e di adeguare le strategia aziendali a un mercato sempre più competitivo ci potranno a confrontarci con un doveroso cambiamento"
A proposito di qualità e competitività del prodotto che effetto può avere il marchio DOC recentemente approvato dal ministero?

"Ritengo il marchio DOC un fattore utile per il miglioramento della qualità e dell’immagine del nostra ceramica. in particolare renderà il nostro prodotto ancora più riconoscibile sul mercato.
Il marchio DOC garantisce al cliente che l’oggetto ceramico che lo porta e’ stato realizzato in un centro di antica tradizione ceramica secondo un apposito disciplinare che riguarda sia i metodi di lavorazione che lo stile.
Mi auspico fortemente che i ceramisti aderiscano e che possa esser un occasione occasione favorevole a tutti i ceramisti."
In tema di cultura, infine, che Albisola vorresti ?

"Vorrei che si creassero quelle occasioni, se non quell’ambiente, che in passato consentivano di parlare d’arte, dei suoi contenuti e del suo linguaggio espressivo.
Non approvo chi si incensa da solo, l’orientamento di chi ritiene fondamentale selezionare i compagni di viaggio nell’arte nella speranza di elevare la qualità nominale del proprio prodotto.
Un simile indirizzo ha un suo fondamento ma nei fatti ha ridotto le occasioni in cui parlare di arte.
Ecco, una delle cose da fare ad Albisola è proprio quella di creare un tavolo dove confrontare le idee, dove ci siano seduti tutti coloro che con rigore si occupano di cultura ad Albisola.
La commissione del Museo Manlio Trucco e la Commissione Cultura del Comune di Albissola Marina, se adeguatamente sostenute, potrebbero essere valide risposte in tal senso.
Quanti sono e chi sono gli interlocutori culturali oggi in Albisola?

"I nome degli artisti non li faccio, anche se nella testa ho ben chiaro chi sono coloro che hanno qualcosa di interessante da esprimere e lo fanno con serietà e professionalità.
Posso darti delle cifre però: dieci fra Circoli culturali e Gallerie d’arte, quasi 30 le fabbriche di ceramica, fra cui due grosse industrie, almeno 80 artisti presenti nella mailing dei Comuni e delle gallerie, per non parlare del Centro Ligure per la Storia della Ceramica, degli autori di libri e dei tanti studiosi e cultori dell’arte che vengono in Albisola."
E voi?

"Il progetto di cui mi occupo, nasce nel 1964 quando mio padre allestisce con Mario Fusco per la prima volta la raccolta museale.
Poi essa viene riorganizzata nel 1987 da Fulvio Maria Rosso e Antonella Marotta e da lì parte un percorso culturale teso a creare occasioni di dialogo.Sul seguito di CeramicAmica del 1997, critica a cura di Dante Tiglio e partecipazione di Oscar Albrito, Aurelio Caminati, Sergio Dangelo, Giorgio Laveri, Claudio Manfredi, Giampaolo Parini e Giovanni Tinti, nasce l’idea di utilizzare il giardino sia come sede espositiva sia, ancor di più, come occasione di incontro.Da ceramista ti dico che la nostra azienda ha una buona struttura produttiva e margini di espansione commerciale e che in tale direzione sia necessario lavorare (abbiamo già provveduto alla codifica di tutti i nostri articoli, quasi 1.000, informatizzato il listino prezzi, creato il catalogo di produzione, preparato un sito internet con i nostri prodotti). Da operatore culturale ti dico che in 13 anni abbiamo fatto 6 libri, partecipato a mostre, ospitato artisti, collaborato con altri Musei in Italia e all’estero. Credo che ciò abbia sostenuto il nome dell’azienda e favorito il suo prodotto, ma anche fatto parlare di Albisola."





 
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