2004 - La comunità artistica di Savona e delle Albisole - Fondazione Museo Giuseppe Mazzotti 1903 Albisola

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2004 - La comunità artistica di Savona e delle Albisole

IL TORNIO notiziario culturale della ceramica
il Tornio Notiziaruio Culturale della Ceramica

Annotazioni sulle attività culturali nel savonese
LA COMUNITÀ ARTISTICA DI SAVONA E DELLE ALBISOLE
VIVE DA DECENNI UNA SITUAZIONE DI FORTE DISAGIO

di Enzo L’Acqua



La comunità artistica di Savona e delle Albisole vive da decenni una situazione di forte disagio per la mancanza di strutture espositive pubbliche, adeguatamente attrezzate e fornite delle necessarie risorse economiche per svolgere una attività più continua e regolata da una seria programmazione.
I vari amministratori, succedutisi nel tempo al governo delle città, non hanno compreso che la realizzazione di spazi culturali ed espositivi pubblici risponde alle necessità sempre più crescenti dei cittadini e dei giovani in particolare, di avere punti di riferimento alternativi in grado di promuovere nuovi ed aggiornati processi di accumulazione del sapere, al di fuori del mercato della cultura sempre più aggressivo e condizionante da un uso spregiudicato dei mezzi di comunicazione di massa.
Le recenti scelte politico-amministrative e istituzionali hanno ancora eluso le evidenti priorità necessarie per un rilancio positivo delle arti visive del territorio, destinando grandi risorse in manifestazioni ritenute importanti, che nel concreto hanno avuto uno scarso successo di pubblico e distorto valori del nostro patrimonio artistico-culturale, sollevando le proteste delle persone più sensibili al rispetto di quei valori.
Una sintetica premessa sugli avvenimenti artistici che hanno attraversato il nostro territorio fino agli anni più recenti, renderà più comprensibili e motivate le contestazioni, in particolare destinate alla l° e no Biennale della ceramica, realizzate dalla Associazione onlus "ATTESE" di Milano. Le tesi critiche che hanno sostenuto le suddette manifestazioni non sono veritiere perché danno una immagine di Albisola non più riferimento di quelle componenti artistiche, nazionali ed internazionali che ne hanno costruito la fama. In realtà, negli anni più recenti, in un periodo che va dagli anni 90' ad oggi si è registrata la presenza di numerose personalità dell'arte contemporanea che hanno continuato a frequentare le fabbriche albisolesi, mantenendo un rapporto con gli artigiani locali, che dal passato fino ad oggi ha contribuito a costruire l'unicità di un fenomeno artistico noto in Italia ed in Europa.
Il territorio savonese ed in particolar Albisola, hanno visto nella prima metà del novecento, la nascita di importanti ed innovativi movimenti artistici che hanno rielaborato, con nuovi concetti di modernità la ceramica, un materiale prevalentemente relegato ad una tradizionale produzione artigianale, esperienze che hanno accresciuto sempre più la curiosità e l'intraprendenza degli artigiani portando I i ad una partecipazione concreta a quei cambiamenti.
Fra i tanti, Tullio Mazzotti fu senz'altro fra i più convinti e determinati assertori della necessità di coinvolgere maggiormente le personalità artistiche ed intellettuali più dinamiche di quel periodo storico.
Si iniziò così a costruire il mito di ALBISOLA CITTA' D'ARTE.
Negli anni 50' i nascenti movimenti artistici d'avanguardia, che avevano vissuto la tragedia di una guerra sconvolgente, realizzarono le loro opere con forti contenuti di denuncia di quegli orrori e con concetti estetici rivoluzionari che cambiarono radicalmente l'arte contemporanea.
La ceramica contribui' fortemente a quel cambiamento.
Un altro aspetto estremamente interessante di quella stagione albisolese, fu la straordinaria crescita del rapporto umano che si instaurò fra artisti ed artigiani, che in breve tempo coinvolse scrittori, poeti, critici, giornalisti, galleristi e la comunità locale, una situazione che favorì la crescita di una nuova generazione di artisti. Molti di loro scelsero il paese come luogo di residenza e le loro opere sono ancora visibili nelle fabbriche e negli spazi pubblici e sottolineano il loro attaccamento al paese.
"Il lascito di Jorn ne è una tangibile ed evidente dimostrazione.
Purtroppo di fronte a questo straordinario patrimonio artistico ed umano è mancata la sensibilità e la capacità politica e culturale delle amministrazioni e delle istituzioni locali per realizzare le necessarie strutture museali ed espositive e una seria promozione della produzione artistica nelle più importanti manifestazioni del settore, nazionali ed internazionali.
Anche Savona, che nell'immediato dopoguerra ha condiviso con Albisola esperienze culturalmente vivaci, vive da lungo tempo una difficile situazione delle arti visive, determinata dal cronico disinteresse delle amministrazioni pubbliche ed istituzionali. Altri settori delle attività culturali sono stabilmente dotati di importanti risorse, sproporzionate in confronto a quelle rare e discontinue destinate all'arte visiva.
Dagli anni 60' fino a tempi più recenti, "Il Centro Culturale Il Brandale" ha supplito alla mancanza di strutture espositive pubbliche, realizzando molteplici iniziative che hanno stimolato e favorito la crescita culturale di molti giovani artisti savonesi e di altri provenienti da altre realtà nazionali ed internazionali.
Scomparso Stelio Rescio, chiuso "Il Brandale", a Savona, città capoluogo di provincia, non esiste praticamente nessuno spazio disponibile ad una attività continua nel tempo, non condizionata dal mercato e aperto al confronto e al dialogo fra vecchie e nuove generazioni di artisti e i cittadini.
La situazione è ultimamente peggiorata grazie alle politiche culturali dei Comuni, della Provincia e di varie istituzioni pubbliche che hanno deciso di investire grandi risorse in manifestazioni ritenute di grande prestigio. I risultati di queste scelte sono state in gran parte fallimentari, evidenti dopo una lettura attenta del numero di visitatori e il numero delle pubblicazioni vendute. Nemmeno le esaltate campagne di stampa hanno accresciuto l'interesse di quei visitatori potenziali ,residenti nel territorio e degli abituali frequentatori turistici della nostra provincia. Ciò malgrado un gruppo di personalità della politica e delle principali istituzioni savonesi hanno deciso di assegnare alla Associazione onlus "ATTESE" di Milano un ampio ed esclusivo monopolio gestionale non solo delle passate Biennali della ceramica, ma anche della futura, oltre la direzione dei corsi di avviamento al lavoro promossi dall'Amministrazione Provinciale.
Sarebbe interessante conoscere se le decisioni che hanno determinato l'assegnazione di molteplici incarichi, ampi e dotati di grandi risorse economiche, siano motivate da rilevanti esperienze accademiche o direttive in strutture museali ed espositive pubbliche. E' da sottolineare il fatto che normalmente la organizzazione e la direzione di manifestazioni ripetute nel tempo viene applicata una rotazione degli incarichi (vedi Biennale di Venezia) per diversificare le impostazioni critiche ed organizzative e per una lettura più articolata della realtà artistica albisolese.
Invece le recenti Biennali, nate e sostenute da slogan inneggianti alla globalizzazione dell'arte, portatrici di un forte rinnovamento della ceramica contemporanea, con il coinvolgimento di nuove personalità provenienti da cinque continenti, si sono ridotte in una specie di circuito turistico dove le opere si sono realizzate senza la necessaria e approfondita riflessione e conoscenza della materia, che ha permesso ai protagonisti del passato e del presente, di costruire opere di assoluta esaltazione artistica della ceramica.
Anche l'annunciato aumento della comunità artistica albisolese ed una conseguente crescita economica, non si sono realizzate e, tranne le due opere acquistate dalle amministrazioni comunali di Albissola Superiore e di Vado Ligure a cifre notevolissime non è rimasta traccia di quelle presenze.





 
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