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Made in Germany:
ceramica contemporanea tedesca
di Roberto Giannotti
Nel mondo dell'arte contemporanea la Germania rappresenta un punto di riferimento importante, grazie ai grandi musei e alle potenzialità economiche, in parte ridimensionate dalla pessima congiuntura economica internazionale. C'é spazio anche per la ceramica? Che ruolo ha nell'arte contemporanea nell'area di lingua tedesca?
Abbiamo trovato una risposta in una realtà museale, quella dell'Hetjens-Museum di Dusseldorf, e in due differenti mostre sulla ceramica prodotta dai giovani ceramisti nelle Accademie d'Arte del centro e nord Europa.
L'Hetjens-Museum di Dusseldorf rappresenta il più importante museo specializzato sulla ceramica nell'area di lingua tedesca, come essi stessi tengono a specificare nel sottotitolo "Museo Germanico delle Ceramiche".
La storia è quella tipica di un ricco collezionista illuminato di inizio secolo, Laurenz Heinrich Hetjens, che nel 1906 decide di rendere pubblica la propria collezione destinandola a realtà museale. La collocazione del museo è particolarmente suggestiva, posizionato attorno alla città medievale, vicino al porto storico sul Reno e alle antiche vestigia delle fortificazioni restaurate della città. Il museo conserva 20.000 pezzi, 5000 dei quali in esposizione permanente ed offre un percorso di storia della ceramica lungo 8000 anni, partendo dalle ceramiche primitive d’Africa e delle Americhe, passando per la ceramica islamica, la maiolica europea, la porcellana cinese e le manifatture europee, l'Art Noveau, l'industrial design dopo il 1850, fino alla ceramica popolare europea.
Oltre alla funzione storico-didattica, L'Hetjens Museum ha una grande importanza per la ceramica d’arte contemporanea sostenuta attraverso un programma annuale di mostre di alto livello. A questo proposito è molto interessante scorrere l'elenco completo delle mostre del museo, catalogate anno per anno dal lontano 1909. Anche la grande stagione della ceramica negli anni '50 che si sviluppa nel Mediterraneo trova eco nella mostra dedicata alle ceramiche di Picasso e Leger (1953), seguita nel 1954 dall'esposizione della Ceramica Moderna Italiana. In generale il Museo mostra un respiro altamente internazionale, spaziando dalla porcellana orientale al design finlandese, dalla affascinante ceramica moderna d'Israele ai lavori di grandi artisti contemporanei come Angelika Kauffmann, oltre ad importanti mostre storiche su particolari periodi della porcellana e della ceramica.
L'Hetjens-Museum mette in pratica i dettami della musealità contemporanea: oltre alle esposizioni è possibile seguire cicli di conferenze, laboratori ceramici suddivisi per fasce di età, stage tenuti dagli stessi artisti ospiti del Museo come nel caso di Tobias Gereon Gerstner, protagonista con la mostra "L"Uomo di Argilla" dal 20 giugno al 15 settembre 2002. La vivacità dell’ambiente tedesco emerge anche dal notevole lavoro svolto in campo ceramico dalle accademie. I lavori dell'Accademia d'Arte e Design di Halle sono stati l'argomento di una bella mostra nel maggio 2002 proprio all'Hetjens Museum, che ha proposto notevolissimi spunti creativi.
13 artisti provenienti da varie accademie d'arte europee, per la precisione da quelle tedesche di Brema, Mainz, Krefeld, Coblenza, Kiel, ancora Halle oltre ad Amsterdam (Olanda), Kolding (Danimarca), Linz (Austria) Genf (Svizzera), sono stati invece protagonisti di una esposizione itinerante, curata dal prof. Ekkart Klinge, che ha toccato i 3 musei organizzatori dell'evento: La Saarlandisches Kunstlerhaus di Saarbrucken, il Keramion di Frechen e la Kunsthalle di Mannheim. Nelle opere emerge un rigore formale e tecnico che richiama la tradizione nordica intrecciata con influenze orientali, oscillante tra il nitore della linea e l'effetto materico come in Ellwanger, Praschak, Crumbiegel, Pedersen, Lauesen, Barde. L'accademia di Halle mostra invece una propria peculiarità, già apprezzata nella mostra all’Hetjens-Museum, sia nei lavori di Antje Scharfe, artista docente, che in quelli dei suoi allievi (Judith Runge, Petr-Maria Doring, Maria Forsling Jenke, Katarina Lober, Marie-Luise Meyer, Tomas Buchmann) con opere dove il fattore emozionale, il frammento di memoria, il segno e la simbologia restituiscono il calore insito nella materia con risultati accattivanti. Al termine di questo tour germanico rimane l'impressione di un grande sforzo a livello accademico sulle nuove generazioni, grazie forse a potenzialità di mezzi, valida testimonianza di quanto la ceramica sia valorizzata nelle sue massime capacità espressive.